domenica 10 aprile 2011

L’errore di fumare

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Ancona, 5 aprile 2011 - Al giorno d’oggi il problema più diffuso tra i ragazzi della mia età è la necessità di mostrarsi grandi agli occhi dei coetanei per farsi accettare nella società e rimanere sempre al centro dell’attenzione. Alcuni credono di raggiungere questo obiettivo attraverso il bullismo e atti violenti, altri con il fumo. Credo che i tredicenni che fumano abitualmente davanti agli amici lo facciano solo per esibizione, per prevalere sugli altri come 'grandi', sentendosi così importanti. Questo fenomeno in costante crescita è pericolosissimo per la salute di molti giovani fumatori, ma anche degli amici che stanno loro intorno, respirando così il fumo passivo.

Ma analizziamo questo fenomeno dal principio: alcuni cominciano per assumere un atteggiamento da 'superiore', con un certo stile e una certa importanza, altri perché invitati da coetanei a «provare» l’emozione del 'proibito', il brivido di sentirsi adulti in un piccolo gesto, da cui però è difficile allontanarsi, altri ancora perché frustrati, trovano nella sigaretta l’unico rifugio. Ovviamente i piccoli fumatori la pensano diversamente e gran parte di essi afferma che l’accendino e la sigaretta sono ottimi strumenti per farsi largo nella società moderna e ritiene che il loro sia un vizio e non un atteggiamento ma credo che il vizio si crei nella ricerca di un atteggiamento da superiore, non dal nulla. Ad esempio conosco parecchi miei amici e coetanei che fumano per non essere esclusi dal gruppo dei 'grandi' e che una volta iniziato a fumare, difficilmente ne vengono fuori.

Alcuni di loro si rendono conto di aver sbagliato e vorrebbero smettere e, in certi casi, con l’aiuto degli amici, che assumono il ruolo di «custodi» della loro salute, ci riescono. Penso che la loro sia una scelta consapevole, ma è meglio se questo problema non si presenti affatto e soprattutto per motivi di egocentrismo, perché per sentirsi grandi serve ben altro, non una semplice sigaretta e un accendino. Perciò bisognerebbe cercare di risolvere questo problema dal principio, allontanando i giovani dal vizio, ma non attraverso i genitori o gli insegnanti, perché un adolescente non li lascerebbe entrare nella propria vita e nei suoi problemi con tanta facilità, bensì attraverso gli amici che hanno un rapporto più aperto e confidenziale con i loro coetanei. Quindi concluderei invitando i non fumatori ad aiutare i loro amici a smettere di fumare, se tengono veramente a loro e alla propria salute.

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