domenica 3 aprile 2011

Pato trascina il Milan che vince il derby 3 a 0 - Il Napoli batte la Lazio 4 a 3, ora è a - 3

http://www.sporth24.com/wp-content/uploads/image/pato-milan2.jpgSolo la scaramanzia, o poco più, separa il Milan dallo scudetto. Non per il ‘quanto', ma per il ‘come'. Se l'Inter fosse l'Inter di qualche tempo fa, o semplicemente quella vista in Champions League, cinque punti sarebbero una passeggiata di salute ammesso che il Milan li dilapidi per strada. Ma ieri sera di quell'Inter non si è vista traccia.

Annichilita dalla stilettata di Pato dopo neanche 1', con il pubblico ancora intento ad ammirare il ping pong di coreografie, la squadra di Leonardo (bersagliato per tutta la sera dal tifo rossonero che scomoda l'Ultima Cena per rinfacciargli il tradimento) non si è più ripresa, se non per una manciata di minuti. Per il resto è stato solo Milan. Leonardo regala un uomo a centrocampo ai rossoneri scegliendo un tridente anemico (Eto'o-Pazzini-Pandev) sul quale insiste troppo a lungo, finchè l'espulsione di Chivu non lo costringe a rivoluzionare una squadra spaccata in due che ha concesso troppi spazi all'organizzazione di gioco di Allegri che al contrario, con il suo rombo, non sbaglia un colpo. Van Bommel, libero come l'aria di impostare la manovra, perno basso, e Boateng dietro a Pato e Robinho.
L'uomo derby è il Pato innamorato. La primavera dei sensi gli fa bene, benissimo, tanto che nessuno si accorge dell'assenza di Ibrahimovic o la rimpiange. Nel finale c'è spazio anche per un Cassano – show, come sempre nel bene e nel male perché non potrebbe mai perdonarsi di non aver lasciato il segno in una partita così. Entra, la chiude su rigore, festeggia scomposto e si fa ammonire, poi fa un fallo di Cordoba e senza aver versato una goccia di sudore finisce in doccia. Tutto questo con l'Inter che sta a guardare. Non una reazione degna di nota, non una giocata segna dei grandi campioni in campo. Niente. Men che meno in dieci.
Il Milan ha una marcia in più e la bava alla bocca di chi difende il suo tesoretto di punti e per metterlo al sicuro si fa subito avanti sfruttando i primi secondi di assestamento della retroguardia dell'Inter che, sembra un paradosso visto il risultato, è risultata poi il reparto meno colpevole. Pato è un rapace. Riceve palla e infila Julio Cesar mettendo subito l'Inter nella condizione di dover spingere per recuperare con Maicon e Zanetti costretti quindi ad abbandonare al proprio destino Ranocchia e Chivu che riescono a fare fin troppo per come si è messa la situazione.Maicon è protagonista del primo episodio da moviola quando contrasta Seedorf da distanza ravvicinata respingendo la palla con le mani. Rizzoli lo grazia ritenendolo un fallo involontario..Rincuorata, l'Inter prova ad organizzarsi ma anche quel poco di buono che viene prodotto fino alla trequarti viene vanificato dalla serataccia dell'attacco. Pazzini spreca infatti la prima occasione da gol tirando addosso al portiere rossonero Abbiati.
E' un fuoco di paglia. Inevitabile esporsi al contropiede avversario con il Milan che arriva con troppa facilità davanti a Julio Cesar. Van Bommel però ci prova da lontano e colpisce la traversa su deviazione di Chivu. Nel finale del primo tempo l'Inter cresce, si fa più intraprendente e non è fortunata però quando riesce a superare le maglie della difesa rossonera. Abbiati infatti riesce a respingere sulla linea un colpo di testa ravvicinato di Thiago Motta. Difficilissimo, anche con i replay televisivi, capire se la palla abbia o non abbia superato interamente la linea di porta. Ma alla fine conta solo che per l'assistente dell'arbitro non lo abbia fatto. Il peggio, per i sostenitori dell'Inter, deve ancora venire: Eto'o, defilato, prima dell'intervallo si mangia la più clamorosa occasione della gara a un metro da Abbiati. Chi crede nei segnali può spegnere il televisore o lasciare San Siro in anticipo per evitare il traffico. La ripresa si apre con l'infortunio di Gattuso ma Allegri non intende stravolgere tatticamente la squadra e sceglie Flamini.
L'Inter invece non ha neanche la chance di sostituire Chivu che, costretto a un fallo da ultimo uomo per fermare l'incontenibile Pato, s'immola per la causa e finisce negli spogliatoi. Leo deve togliere una punta e, francamente, c'è solo l'imbarazzo della scelta e decide di rinunciare a Pandev per inserire Cordoba.
Julio Cesar prova a ricaricare la squadra respingendo la punizione conseguente, ben calciata da Van Bommel ma con l' Inter in dieci il Milan trova spazi da sfruttare e ci si tuffa a capofitto. Tutto facile per Pato che si trova servito sulla testa, da Abate, il pallone della doppietta. Il derby, praticamente, finisce qui. La curva rossonera invoca a più riprese il ‘torello' e se ne vedono sprazzi. Ranocchia e Julio Cesar sono gli unici nerazzurri a meritare la sufficienza. Il portiere salva su Robinho, il giovane difensore su Seedorf. Inutili e tardive le sostituzioni di Leonardo. Fuori Cambiasso, dentro Stankovic. Milan che cerca con insistenza la rete che chiuda il match. Robinho non la trova ma la trova il suo sostituto, Cassano, che si procura e trasforma il calcio di rigore, poi, come sempre fa di testa sua, ben sapendo che il menù della serata prevede ormai solo festa e impunità per tutto e tutti.

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